Quando si sottoscrive una polizza assicurativa per la propria moto o il proprio scooter, è lecito chiedersi come venga calcolato l’ammontare dei danni in caso di furti o danneggiamenti.

Nell’eventualità in cui la due ruote sia da considerarsi totalmente persa, l’ammontare del danno dipende dal valore commerciale del mezzo al momento del fatto, al netto del valore di quel che rimane dopo il fatto stesso. Ciò vuol dire che il cliente, nel caso in cui debba ricevere una somma di denaro corrispondente al valore commerciale della moto, si impegna a lasciare la piena disponibilità della moto stessa alla compagnia, ed eventualmente a mettersi a disposizione – se necessario – per tutte le formalità utili all’adempimento della vendita del mezzo a un soggetto individuato dalla compagnia.

Tutto più semplice, invece, per quel che riguarda i danni parziali: in questa situazione, infatti, l’importo economico del danno si deduce direttamente dai costi sostenuti per la riparazione. Se la riparazione richiede che sulla moto vengano sostituite parti rubate o danneggiate, l’ammontare del danno si ricava dal costo delle riparazioni meno il degrado di utilizzo (se applicabile). Naturalmente, il calcolo del danno non può dare un importo superiore alla differenza tra il valore commerciale della moto al momento del fatto e il valore di quel che rimane dopo il fatto stesso.

Non viene tenuto conto, invece, dei danni dovuti al mancato godimento, delle spese di ricovero del mezzo e delle spese sostenute per migliorie, aggiunte o cambiamenti apportati al mezzo durante la riparazione.

Vale la pena di notare, in conclusione, che se l’assicurazione copre solo una parte del valore della moto al momento del fatto, è solo in proporzione a tale parte che la compagnia risponde delle spese e dei danni. Da non dimenticare, infine, è l’incidenza dell’Iva.



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